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sabato 22 novembre 2008

Bionic Man







Girovagando per la rete, mi sono imbattuto in questo articolo:




"BENESSERE E SERENITA’ RICONQUISTATI GRAZIE AI DISPOSITIVI MEDICI CHE RIDONANO L’INTEGRITA’ FISICA



Il genere umano entra nel terzo millennio con la consapevolezza che la ricerca, nell’ambito delle tecnologie biomediche, ha raggiunto e superato quello che negli anni ’80 si considerava un prodotto della fantasia. Non sono passati molti anni da quei telefilm che ci proponevano un uomo o una donna bionica, ovvero un essere umano che poteva vivere una vita normale grazie a protesi ed organi artificiali che gli erano stati innestati. Oggi i “pezzi di ricambio” in grado di ridare energia vitale e ritorno alla normalità per un soggetto menomato da un grave incidente o affetto da una grave patologia cominciano ad essere realtà, anche se non si sta parlando di un superuomo come nei telefilm, ma di una persona a cui la scienza e la medicina hanno dato la possibilità, grazie alle tecnologie biomediche oggi disponibili, di reintegrare funzioni biologiche compromesse con la sostituzione di una o più parti del suo corpo e di riassaporare il piacere della vita. Fin dall’antichità, l’ idea che alcuni mezzi artificiali potessero essere utili a sopperire ad alcune deficienze fisiche, è stata una costante dell’ ingegno umano.Basta pensare alla gamba di legno, o all’uncino che aveva lo scopo di sostituire la mano in alcune sue funzioni elementari, o anche al corno acustico. Negli anni più recenti lo sviluppo tecnologico ha permesso di costruire protesi e organi artificiali sempre più sofisticati, le cui prestazioni permettono di sopperire alle funzioni fisiologiche alterate. Ad esempio negli anni ‘60 gli stimolatori cardiaci o pace-maker avevano delle dimensioni tali per cui dovevano essere applicati esternamente; gli attuali pace-maker non sono più grossi di una scatola di cerini e vengono impiantati sotto la cute; la durata della pila è di circa 7/10 anni, mentre nei primi pace-maker impiantabili, doveva essere sostituita ogni 2/3 anni. Negli anni ‘80 pochi erano i mezzi disponibili per la cura delle ustioni, mentre oggi, grazie all’ingegneria genetica, si è passati con successo alla ricostruzione del derma compromesso.In passato, l’amputazione di un arto, comportava una profonda disabilità, oggi l’uso di protesi artificiali consente di recuperare attività lavorative o anche sportive con prestazioni eccellenti. I pazienti affetti da Parkinson, malattia debilitante che comporta forti tremori, oggi, grazie all’elettrostimolatore talamico, possono scrivere, mangiare, cucire, e fare molte altre attività che richiedono precisione. I risultati che il settore biomedico è riuscito a raggiungere, sono il frutto di enormi sforzi ed investimenti in ricerca e sviluppo che hanno visto protagonisti la stessa industria biomedica e la medicina e che hanno saputo sfruttare le ricadute della ricerca nell’ambito dell’informatica, dell’elettronica, dei materiali compositi o evoluti, della meccanica di precisione, che hanno permesso di rispondere, con prodotti sempre più sofisticati, alle richieste degli operatori della Sanità. Una delle frontiere raggiunte e che ha moltiplicato le possibilità di un impianto e la durata di un dispositivo, è rappresentata dalla messa a punto di materiali biocompatibili con il corpo umano. Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano come il progresso tecnologico, affiancato alla scienza medica, sia riuscito a cambiare le aspettative di vita dell’uomo in termini di possibilità di guarigione o di ritorno alla vita attiva, dopo aver subito un grave danno fisico. Sono moltissimi i DISPOSITIVI MEDICI e gli ORGANI ARTIFICIALI che possono sostituire parti del corpo umano o funzioni fisiologiche che, a causa di patologie o traumi non sono più in grado di svolgere le proprie funzioni. Oggi, la parte scheletrica di una persona può essere sostituita quasi tutta da protesi artificiali costruite con materiali leggeri, resistentissimi, atossici e anallergici, cioè completamente biocompatibili.


Per esempio, a seguito di un trauma cranico con perdita di sostanza ossea o dopo intervento demolitivo sulla calotta cranica, si può sostituire l’osso mancante con PLACCHE conformate che ricoperte dal cuoio capelluto, riprendono perfettamente la naturale curvatura della testa. Grazie alle nuove tecnologie in chirurgia maxillo-facciale, si possono ricostruire ORBITE, ZIGOMI, CARTILAGINE del NASO, MANDIBOLE e MASCELLE in pazienti che hanno subito gravi traumi facciali. Per ripristinare l’udito perso per particolari patologie o per un evento traumatico, si possono impiantare vari dispositivi artificiali dell’ ORECCHIO MEDIO con recupero dell’udito. Per riprendere l’uso della vista compromessa dalla cataratta, vengono innestati CRISTALLINI ARTIFICIALI sempre più sofisticati, con un semplice intervento in day-hospital. Le PROTESI ARTICOLARI di spalla, gomito, anca, ginocchio, vengono costruite con materiali sempre più leggeri e sempre più resistenti e durevoli. Oltre alle protesi articolari ora si possono sostituire interamente gli arti superiori e inferiori con BRACCIA e GAMBE ARTIFICIALI che tramite dei biosensori, captano il segnale mioelettrico presente sul moncone e grazie a dei microprocessori interni alla protesi, elaborano tale segnale trasformandolo in comando per dei micromotori che muovono l’arto artificiale, permettendogli movimenti di notevole precisione. Viene così ripristinata in toto la funzionalità dell’arto perduto in pazienti amputati, che possono riprendere le normali attività di vita quotidiana come lavorare, guidare e persino fare sport. La terapia chirurgica per la riduzione di fratture di ossa lunghe degli arti inferiori e superiori si avvale dell’impianto di PLACCHE, VITI e CHIODI che, grazie a vari materiali in leghe sofisticate, possono essere lasciati in situ, riducendo al minimo i problemi di rigetto, infezioni o allergie. Grazie a interventi di microchirurgia sulla mano, si sostituiscono le piccole ARTICOLAZIONI delle DITA con dispositivi artificiali ripristinando perfettamente il movimento perduto.Numerosi sono i dispositivi artificiali adibiti alla sostituzione di organi che hanno perso la loro funzionalità per le più svariate cause. Alcune protesi impiantabili sono ben note: si pensi al SENO ARTIFICIALE, che sostituisce la mammella dopo un intervento di mastectomia o a quei dispositivi protesici in silicone, che aumentano il volume del seno o ancora ai TESTICOLI ARTIFICIALI che vengono utilizzati nell’ambito della chirurgia estetica. Esistono inoltre le PROTESI PENIENE, alcune delle quali permettono anche un certo recupero funzionale dell’organo.In chirurgia cardiovascolare oggi si sostituiscono le valvole cardiache compromesse da valvulopatie o da difetti congeniti, con VALVOLE MECCANICHE in materiale biocompatibile o con VALVOLE BIOLOGICHE realizzate con pericardio bovino od ovino, opportunamente trattato. Entrambi questi dispositivi sono totalmente biocompatibili e perfettamente adattabili alla morfologia cardiaca, permettendo così al paziente, la ripresa della vita normale. Per quanto riguarda il trattamento dell’aneurisma aortico, in chirurgia vascolare ci si avvale di ENDOPROTESI IMPIANTABILI che sostituiscono perfettamente il tratto di arteria compromesso dall’aneurisma.Grazie ad un piccolo STIMOLATORE impiantato nel torace del cardiopatico si possono controllare aritmie, bradicardie e tachicardie che altrimenti porterebbero il paziente a gravi scompensi cardiaci. I PACEMAKER di ultima generazione e evoluzione, hanno batterie di lunga durata (7-10 anni) e sono a frequenza variabile in grado di garantire un regolare battito cardiaco, in funzione dell’attività quotidiana del paziente, mentre i dispositivi di prima generazione avevano batterie di breve durata e funzionavano ad una frequenza fissa (c.a. 70 battiti al minuto). Per la prevenzione della morte improvvisa nel postinfarto e come terapia nelle tachiaritmie atriali, viene impiantato un DEFIBRILLATORE CARDIACO che permette al paziente un’aspettativa di vita molto più ampia. Con un intervento di angioplastica delle coronarie si può asportare la placca ateromatosa che ostruisce il flusso ematico, ed inoltre si possono impiantare gli STENT permanenti che sono una sorta di armatura posta all’interno del vaso per mantenere pervio il lume dell’arteria. Un primo passo per la sostituzione del cuore completamente artificiale è stato fatto sin dall’inizio degli anni ‘90, quando è stato impiantato in un vitello, un CUORE ARTIFICIALE costruito in materiali sofisticati e alimentato da una pompa esterna con un discreto esito di durata e di qualità di vita dell’animale. Oggi sono disponibili “cuori artificiali” impiantabili con generatore di energia esterno, che possono mantenere in vita una persona anche per diversi mesi, in attesa di trovare un cuore compatibile per il trapianto. Passando al fegato, oggi oltre al trattamento di elezione rappresentato dal trapianto completo dell’organo o di una sua porzione, si utilizza un FEGATO BIOARTIFICIALE.E’ un trattamento di supporto epatico, temporaneo e parziale che si rende necessario quando il paziente in attesa di trapianto si aggrava o quando si presenta una disfunzione di un fegato già trapiantato. Il fegato bioartificiale è formato da un apparecchio che funziona tramite un circuito extracorporeo, nel quale vengono immesse cellule epatiche isolate da fegato di suino che, dopo vari procedimenti per renderle biocompatibili, ripristinano in parte la funzionalità epatica del paziente.Anche per il tratto intestinale del colon e dell’ileo compromessi e per patologie delle vie urinarie, vi sono dei dispositivi medici atti alla sostituzione della loro funzionalità, chiamati DISPOSITIVI per STOMIA. A questi pazienti viene praticata una apertura addominale (stoma), attraverso la quale viene raccordato all’esterno un tratto di intestino o di vie urinarie, per permettere l’emissione di feci o urine in una piccola sacca ricambiabile, applicata sulla cute dell’addome per mezzo di una placca adesiva. Questo tipo di intervento viene eseguito nelle più gravi patologie: tumori, malformazioni congenite, malattie infiammatorie, occlusioni intestinali e traumi. Alla famiglia degli stimolatori impiantabili simili ai pacemaker cardiaci, appartengono i NEUROSTIMOLATORI per la terapia della spasticità, del morbo di Parkinson, della ritenzione o incontinenza urinaria e fecale. Tutti questi dispositivi impiantabili si basano sull’elettrostimolazione delle zone neurali colpite dalla malattia. Nei soggetti ai quali si possono effettuare questi impianti, il tremore invalidante del morbo di Parkinson viene attenuato tramite stimoli elettrici, attivati da un catetere impiantato nella zona talamica cerebrale del paziente e collegato con una sorta di piccolo pacemaker posizionato in sede sottocutanea pettorale. Il paziente può attivare o disattivare la stimolazione con un dispositivo di controllo.


In urologia, il NEUROMODULATORE viene applicato a pazienti affetti da ritenzione o incontinenza urinaria, che tramite una stimolazione del plesso sacrale riescono a riacquistare una qualità di vita altrimenti gravemente compromessa. Per quanto riguarda il controllo del dolore cronico come effetto di patologie neoplastiche, gravi arteriopatie, patologie dei dischi intervertebrali o altre sindromi algiche insensibili ai farmaci antidolorifici, attualmente si possono impiantare degli STIMOLATORI SPINALI che, emettendo un segnale elettrico in corrispondenza di determinate vie nervose, bloccano l’impulso doloroso a livello midollare, impedendogli di raggiungere la regione cerebrale ove esso viene soggettivamente percepito. Anche la somministrazione continua di farmaci può avvenire tramite POMPE IMPIANTABILI e programmabili a flussi variabili che vengono attivate dal paziente. Grazie all’Ingegneria genetica oggi, al paziente gravemente ustionato, si possono ricostruire i tessuti distrutti con il trapianto di DERMA COLTIVATO in laboratorio. Da un piccolo lembo prelevato dallo stesso paziente si possono coltivare anche metri di derma che, trapiantato sulle lesioni, si innesta senza problemi di rigetto."




Avevo letto qualcosa del genere, qualche anno fa, ma non era una cosa così eclatante.


In effetti in questo campo l' umanità sta facendo passi da gigante, si basti pensare che qualche decennio fà il massimo della tecnologia era la gamba di legno o la mano ad uncino, mentre ora sono riusciti a costruire un cuore artificiale in plastica e nikel arricchito in fibre di ferro (strafigo per il desine) con autonomia di 6 ore... cosa piuttosto triste, visto che ti devi preoccupare di cambiare le batterie ogni 6 ore, ed il giovedì? io odio il giovedì apposta perché mi si scaricano le batterie ed tutti i negozzi sono chiusi! GRRRRRRRR.....


Ed la notte?




"Cara?"




"Sì?"




"Metti la sveglia? devo cambiare le batterie al mio cuore..."




"Ok, Ci penso io, non ti preoccupare caro, ci vediamo tra 6 ore, notte"




"Notte cara..."




.....




"Yaw.... caro... Le batterie... aspetta, ma che ore sono? OH, NO! LA SVEGLIA SI E' SCARICATA! IERI ERA GIOVEDI'! CARO? CARO!!!???"




comunque so a cosa mira l' umanità intera...




...Saremo tutti come Franky!


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