What time is it?

mercoledì 26 novembre 2008






Salve e ben tornati sul blog del rugbysta, dove ogni cosa è come sembra.



In precedenza vi narrai di una mia giornata tipo, così (per par condicio, o come cavolo si scrive) ora mi accingo a narrarvi di una mia giornata lavorativa tipo, che lo vogliate oppure no.



Il tutto inizia in una nuvolasa giornata di domenica sera, ore 17.00...




Arrivai al ristorante accompagnato da mio padre, ascoltando Caputo, che per tutta la durata del viaggio non facevo che ripetere "per fortuna non beve più tequila", ma chi se ne frega.





Arrivai alla struttura, salutando il mio anziano progenitore dicendogli di venirmi a prendere a mezzanotte in punto.





Entrai dall' entrata posteriore, per non disturbare i pochi ospiti rimasti con la mia losca figura, che si accingevano ad andarsene dopo un laudo pasto.





Entrai,





Salutai,





Mi cambiai.





Dopo essermi messo in divisa, entrai in cucina e, vedendo che non vi era molto da fare, cominciai a sistemare le piccole cose:





cominciai a tritare il prezzemolo, preparare gli antipasti, salse, sughi, zuppe e preparazione per le pizze e buttai l' immondizia.



Dopo un' ora, preparammo qualcosa per noi e ci sedemmo a mangiare, parlando degli argomenti più svariati, ricchi di gossip larianesco e doppi sensi a senso unico.



poi, ci preparammo per la battaglia...



"tutti ai loro posti di combattimento" ci gridò la capocuoca, e vedendo il cameriere arrivare in cucina (qui un sottofondo alla carica delle valchirie ci stava da dio) avverì "pronti..." entrò di corsa in cucina ed appese la comanda e a questo punto... "VIA!"



Cominciammo a lavorare...



10, 20, 30, 40... 50, la gente arrivvava a vagonate, sembrava che nessuno avesse da fare in quella fredda domenica di novemre, ma chi se ne frega, più gente arriva, meglio è.



primi, secondi, contorni, cuoche disperate, camerieri che sclerano, gatti grossi come maiali che ti soffiano contro... un caos totale, chi voleva questo, chi voleva quest' altro, chi ci ripensa, chi fa la penitenza... ormai erano le mie braccia ad andare, io non le controllavo più.



ma, ad un certo punto, si vide il cameriere arrivare con un biglietto unico:



Polenta x 50



O_O"...



"POLENTA X 50???!!!" sbottò la cuoca;



"MA LO SAI QUANTO CI VUOLE?"



"Sì" rispose il cameriere



"ED HAI AVVERTITO I CLIENTI?"



"Sì, ma vogliono tutti la polenta, che ci posso fare? e poi avevi detto tu di mandarla via il prima possibile..."



"SI', MA AVVERTI PRIMA DI FARE UNA CRETINATA SIMILE, NO? ED ORA SPARISCI, PEZZENTE CHE NON SEI ALTRO!"



Il cameriere impallidì ed sgattaiolò in sala, in attesa di altre comande.



"Flavio" mi disse con aria seria



"Vai a prendere... la Pentola." [la cucina venne scossa dal rombo assordante di un tuono, come una frustata sul timpano di un tamburo]



"La pentola?" [Un' altro tuono]



"Sì... La Pentola!" [rombò un' altro tuono]



"E CHIUDETE QUELLA FINESTRA, CHE FUORI FA UN TEMPORALE DELò C***O!"



...O_O"...



Corsi a prendere la Pentola.



Dentro quell' enorme recipiente versai dell' acqua calda, e quando arrivò quasi ai manici, la alzai a fatica e la ponetti sul fornello più grande che c' era.



A quel punto entrarono in gioco le cuoche più esperte, andando a prendere la farinola mescolata e cominciarono a mescolare l' acqua con un lungo bastone.



A metà procedimento, successe l' irreparabile... la cuoca svenì.



a quel punto, gli stavano tutti addosso, tutti a preoccuparsi per lei ed i camerieri che urlavano a squarciagola "allora, la polenta è pronta o no?", come se la scena non li preoccupasse.



"Cosa posso fare?" mi chiesi, allora vidi la polenta, e poi il bastone.



"devo farlo" pensai, vedendo gli altri che stavano chiamando l' ambulanza



Allora presi il bastone, e con fare barbaro lo feci roteare sopra la mia testa e, alla "tu non puoi passare" di gandalf, piantai quel bastone nella polenta, girando con tutta la forza che avevo.



Era densa, più del cemento, ma non potevo mollare, quella polenta andava servita in tempo... Oddio, sembrava viva, scalpitava, si agitava, non voleva farsi girare, ma io non potevo mollare, ed lottando contro quelle 50 porzioni girai fino a scorticarmi le mani.



scoppiettava, schizzava, bruciava... come girare una pentola di lava incandescente, ma alla fine vi riuscì, ed prendendo 50 scifelle la servì con spuntatura e salsiccia, e la serata fu salva... ad eccezione di lei -_-.



La serata proseguì con frutta e dessert, per poi rimettere utto apposto, prendere lo stipendio e tornare a casa in tempo per vedere su MTV South Park e Fur TV.



ed ra posso quasi scorgere nella tua mente, caro lettore, e sentirti pensare:



"Ebbeh? tutto qui? una Polenta la sò fare anche io, sai che sforzo..."



Ebbene, si, caro lettore, hai ragione, chissene frega! ma nulla è in confronto al sentirsi un piccolo eroe di tutti i giorni, sentirsi chiedere dalla gente:



" Scusa, tu lavori alla Premiata trattoria?"



ed rispondere, alzando la testa come una fiera renna nel mostrare in tutta la sua bellezza le sue ramose corna:



"Sì, sono io la Chef che ha lottato contro il destino ed una polenta per servirti quel lauto pasto"



ed sentirsi rispondere :



"Vabbeh, chissene frega, stavo solo chiedendo..."



ed ora, caro lettore, se sei arrivato sino a questo punto vuol dire che hai molta pazienza, ed ti ho mostrato i dettagli di una mia giornata tipo, anche se questa è stata in particolar modo traumatica, ed ora non ti romperò l' anima un istante di più.



ora perdonatemi, ma ormai il disco infuocato del sole si è nascosto dietro i monti lepini da ormai molte ore, e come lui anche io vado a coricarmi, se volete commentate pure.



Buona Notte e sogni do' oro dallo Cheffo Rugbysta!


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Minchia, appassionante sta storia...
ma gli alberi del post precedente... intendi dire che puoi sradicarli con facilità?

Anonimo ha detto...

oh flavio io non ci ò mai tempo de legge sto blog, ma me pare molto ben fatto. rimedierò. saluti a te e al tuo nobile fratello

R D 2 = 5

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