What time is it?

mercoledì 26 novembre 2008






Salve e ben tornati sul blog del rugbysta, dove ogni cosa è come sembra.



In precedenza vi narrai di una mia giornata tipo, così (per par condicio, o come cavolo si scrive) ora mi accingo a narrarvi di una mia giornata lavorativa tipo, che lo vogliate oppure no.



Il tutto inizia in una nuvolasa giornata di domenica sera, ore 17.00...




Arrivai al ristorante accompagnato da mio padre, ascoltando Caputo, che per tutta la durata del viaggio non facevo che ripetere "per fortuna non beve più tequila", ma chi se ne frega.





Arrivai alla struttura, salutando il mio anziano progenitore dicendogli di venirmi a prendere a mezzanotte in punto.





Entrai dall' entrata posteriore, per non disturbare i pochi ospiti rimasti con la mia losca figura, che si accingevano ad andarsene dopo un laudo pasto.





Entrai,





Salutai,





Mi cambiai.





Dopo essermi messo in divisa, entrai in cucina e, vedendo che non vi era molto da fare, cominciai a sistemare le piccole cose:





cominciai a tritare il prezzemolo, preparare gli antipasti, salse, sughi, zuppe e preparazione per le pizze e buttai l' immondizia.



Dopo un' ora, preparammo qualcosa per noi e ci sedemmo a mangiare, parlando degli argomenti più svariati, ricchi di gossip larianesco e doppi sensi a senso unico.



poi, ci preparammo per la battaglia...



"tutti ai loro posti di combattimento" ci gridò la capocuoca, e vedendo il cameriere arrivare in cucina (qui un sottofondo alla carica delle valchirie ci stava da dio) avverì "pronti..." entrò di corsa in cucina ed appese la comanda e a questo punto... "VIA!"



Cominciammo a lavorare...



10, 20, 30, 40... 50, la gente arrivvava a vagonate, sembrava che nessuno avesse da fare in quella fredda domenica di novemre, ma chi se ne frega, più gente arriva, meglio è.



primi, secondi, contorni, cuoche disperate, camerieri che sclerano, gatti grossi come maiali che ti soffiano contro... un caos totale, chi voleva questo, chi voleva quest' altro, chi ci ripensa, chi fa la penitenza... ormai erano le mie braccia ad andare, io non le controllavo più.



ma, ad un certo punto, si vide il cameriere arrivare con un biglietto unico:



Polenta x 50



O_O"...



"POLENTA X 50???!!!" sbottò la cuoca;



"MA LO SAI QUANTO CI VUOLE?"



"Sì" rispose il cameriere



"ED HAI AVVERTITO I CLIENTI?"



"Sì, ma vogliono tutti la polenta, che ci posso fare? e poi avevi detto tu di mandarla via il prima possibile..."



"SI', MA AVVERTI PRIMA DI FARE UNA CRETINATA SIMILE, NO? ED ORA SPARISCI, PEZZENTE CHE NON SEI ALTRO!"



Il cameriere impallidì ed sgattaiolò in sala, in attesa di altre comande.



"Flavio" mi disse con aria seria



"Vai a prendere... la Pentola." [la cucina venne scossa dal rombo assordante di un tuono, come una frustata sul timpano di un tamburo]



"La pentola?" [Un' altro tuono]



"Sì... La Pentola!" [rombò un' altro tuono]



"E CHIUDETE QUELLA FINESTRA, CHE FUORI FA UN TEMPORALE DELò C***O!"



...O_O"...



Corsi a prendere la Pentola.



Dentro quell' enorme recipiente versai dell' acqua calda, e quando arrivò quasi ai manici, la alzai a fatica e la ponetti sul fornello più grande che c' era.



A quel punto entrarono in gioco le cuoche più esperte, andando a prendere la farinola mescolata e cominciarono a mescolare l' acqua con un lungo bastone.



A metà procedimento, successe l' irreparabile... la cuoca svenì.



a quel punto, gli stavano tutti addosso, tutti a preoccuparsi per lei ed i camerieri che urlavano a squarciagola "allora, la polenta è pronta o no?", come se la scena non li preoccupasse.



"Cosa posso fare?" mi chiesi, allora vidi la polenta, e poi il bastone.



"devo farlo" pensai, vedendo gli altri che stavano chiamando l' ambulanza



Allora presi il bastone, e con fare barbaro lo feci roteare sopra la mia testa e, alla "tu non puoi passare" di gandalf, piantai quel bastone nella polenta, girando con tutta la forza che avevo.



Era densa, più del cemento, ma non potevo mollare, quella polenta andava servita in tempo... Oddio, sembrava viva, scalpitava, si agitava, non voleva farsi girare, ma io non potevo mollare, ed lottando contro quelle 50 porzioni girai fino a scorticarmi le mani.



scoppiettava, schizzava, bruciava... come girare una pentola di lava incandescente, ma alla fine vi riuscì, ed prendendo 50 scifelle la servì con spuntatura e salsiccia, e la serata fu salva... ad eccezione di lei -_-.



La serata proseguì con frutta e dessert, per poi rimettere utto apposto, prendere lo stipendio e tornare a casa in tempo per vedere su MTV South Park e Fur TV.



ed ra posso quasi scorgere nella tua mente, caro lettore, e sentirti pensare:



"Ebbeh? tutto qui? una Polenta la sò fare anche io, sai che sforzo..."



Ebbene, si, caro lettore, hai ragione, chissene frega! ma nulla è in confronto al sentirsi un piccolo eroe di tutti i giorni, sentirsi chiedere dalla gente:



" Scusa, tu lavori alla Premiata trattoria?"



ed rispondere, alzando la testa come una fiera renna nel mostrare in tutta la sua bellezza le sue ramose corna:



"Sì, sono io la Chef che ha lottato contro il destino ed una polenta per servirti quel lauto pasto"



ed sentirsi rispondere :



"Vabbeh, chissene frega, stavo solo chiedendo..."



ed ora, caro lettore, se sei arrivato sino a questo punto vuol dire che hai molta pazienza, ed ti ho mostrato i dettagli di una mia giornata tipo, anche se questa è stata in particolar modo traumatica, ed ora non ti romperò l' anima un istante di più.



ora perdonatemi, ma ormai il disco infuocato del sole si è nascosto dietro i monti lepini da ormai molte ore, e come lui anche io vado a coricarmi, se volete commentate pure.



Buona Notte e sogni do' oro dallo Cheffo Rugbysta!


Gli alberi




Perché siamo come tronchi nella neve.

Apparentemente vi sono appoggiati, lisci, sopra, e con una piccola scossa si dovrebbe poterli spingere da una parte.


No,


non si può, perché sono legati solidamente al terreno.

Ma guarda, anche questa è solo un' apparenza.


F. Kafka

sabato 22 novembre 2008

Bionic Man







Girovagando per la rete, mi sono imbattuto in questo articolo:




"BENESSERE E SERENITA’ RICONQUISTATI GRAZIE AI DISPOSITIVI MEDICI CHE RIDONANO L’INTEGRITA’ FISICA



Il genere umano entra nel terzo millennio con la consapevolezza che la ricerca, nell’ambito delle tecnologie biomediche, ha raggiunto e superato quello che negli anni ’80 si considerava un prodotto della fantasia. Non sono passati molti anni da quei telefilm che ci proponevano un uomo o una donna bionica, ovvero un essere umano che poteva vivere una vita normale grazie a protesi ed organi artificiali che gli erano stati innestati. Oggi i “pezzi di ricambio” in grado di ridare energia vitale e ritorno alla normalità per un soggetto menomato da un grave incidente o affetto da una grave patologia cominciano ad essere realtà, anche se non si sta parlando di un superuomo come nei telefilm, ma di una persona a cui la scienza e la medicina hanno dato la possibilità, grazie alle tecnologie biomediche oggi disponibili, di reintegrare funzioni biologiche compromesse con la sostituzione di una o più parti del suo corpo e di riassaporare il piacere della vita. Fin dall’antichità, l’ idea che alcuni mezzi artificiali potessero essere utili a sopperire ad alcune deficienze fisiche, è stata una costante dell’ ingegno umano.Basta pensare alla gamba di legno, o all’uncino che aveva lo scopo di sostituire la mano in alcune sue funzioni elementari, o anche al corno acustico. Negli anni più recenti lo sviluppo tecnologico ha permesso di costruire protesi e organi artificiali sempre più sofisticati, le cui prestazioni permettono di sopperire alle funzioni fisiologiche alterate. Ad esempio negli anni ‘60 gli stimolatori cardiaci o pace-maker avevano delle dimensioni tali per cui dovevano essere applicati esternamente; gli attuali pace-maker non sono più grossi di una scatola di cerini e vengono impiantati sotto la cute; la durata della pila è di circa 7/10 anni, mentre nei primi pace-maker impiantabili, doveva essere sostituita ogni 2/3 anni. Negli anni ‘80 pochi erano i mezzi disponibili per la cura delle ustioni, mentre oggi, grazie all’ingegneria genetica, si è passati con successo alla ricostruzione del derma compromesso.In passato, l’amputazione di un arto, comportava una profonda disabilità, oggi l’uso di protesi artificiali consente di recuperare attività lavorative o anche sportive con prestazioni eccellenti. I pazienti affetti da Parkinson, malattia debilitante che comporta forti tremori, oggi, grazie all’elettrostimolatore talamico, possono scrivere, mangiare, cucire, e fare molte altre attività che richiedono precisione. I risultati che il settore biomedico è riuscito a raggiungere, sono il frutto di enormi sforzi ed investimenti in ricerca e sviluppo che hanno visto protagonisti la stessa industria biomedica e la medicina e che hanno saputo sfruttare le ricadute della ricerca nell’ambito dell’informatica, dell’elettronica, dei materiali compositi o evoluti, della meccanica di precisione, che hanno permesso di rispondere, con prodotti sempre più sofisticati, alle richieste degli operatori della Sanità. Una delle frontiere raggiunte e che ha moltiplicato le possibilità di un impianto e la durata di un dispositivo, è rappresentata dalla messa a punto di materiali biocompatibili con il corpo umano. Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano come il progresso tecnologico, affiancato alla scienza medica, sia riuscito a cambiare le aspettative di vita dell’uomo in termini di possibilità di guarigione o di ritorno alla vita attiva, dopo aver subito un grave danno fisico. Sono moltissimi i DISPOSITIVI MEDICI e gli ORGANI ARTIFICIALI che possono sostituire parti del corpo umano o funzioni fisiologiche che, a causa di patologie o traumi non sono più in grado di svolgere le proprie funzioni. Oggi, la parte scheletrica di una persona può essere sostituita quasi tutta da protesi artificiali costruite con materiali leggeri, resistentissimi, atossici e anallergici, cioè completamente biocompatibili.


Per esempio, a seguito di un trauma cranico con perdita di sostanza ossea o dopo intervento demolitivo sulla calotta cranica, si può sostituire l’osso mancante con PLACCHE conformate che ricoperte dal cuoio capelluto, riprendono perfettamente la naturale curvatura della testa. Grazie alle nuove tecnologie in chirurgia maxillo-facciale, si possono ricostruire ORBITE, ZIGOMI, CARTILAGINE del NASO, MANDIBOLE e MASCELLE in pazienti che hanno subito gravi traumi facciali. Per ripristinare l’udito perso per particolari patologie o per un evento traumatico, si possono impiantare vari dispositivi artificiali dell’ ORECCHIO MEDIO con recupero dell’udito. Per riprendere l’uso della vista compromessa dalla cataratta, vengono innestati CRISTALLINI ARTIFICIALI sempre più sofisticati, con un semplice intervento in day-hospital. Le PROTESI ARTICOLARI di spalla, gomito, anca, ginocchio, vengono costruite con materiali sempre più leggeri e sempre più resistenti e durevoli. Oltre alle protesi articolari ora si possono sostituire interamente gli arti superiori e inferiori con BRACCIA e GAMBE ARTIFICIALI che tramite dei biosensori, captano il segnale mioelettrico presente sul moncone e grazie a dei microprocessori interni alla protesi, elaborano tale segnale trasformandolo in comando per dei micromotori che muovono l’arto artificiale, permettendogli movimenti di notevole precisione. Viene così ripristinata in toto la funzionalità dell’arto perduto in pazienti amputati, che possono riprendere le normali attività di vita quotidiana come lavorare, guidare e persino fare sport. La terapia chirurgica per la riduzione di fratture di ossa lunghe degli arti inferiori e superiori si avvale dell’impianto di PLACCHE, VITI e CHIODI che, grazie a vari materiali in leghe sofisticate, possono essere lasciati in situ, riducendo al minimo i problemi di rigetto, infezioni o allergie. Grazie a interventi di microchirurgia sulla mano, si sostituiscono le piccole ARTICOLAZIONI delle DITA con dispositivi artificiali ripristinando perfettamente il movimento perduto.Numerosi sono i dispositivi artificiali adibiti alla sostituzione di organi che hanno perso la loro funzionalità per le più svariate cause. Alcune protesi impiantabili sono ben note: si pensi al SENO ARTIFICIALE, che sostituisce la mammella dopo un intervento di mastectomia o a quei dispositivi protesici in silicone, che aumentano il volume del seno o ancora ai TESTICOLI ARTIFICIALI che vengono utilizzati nell’ambito della chirurgia estetica. Esistono inoltre le PROTESI PENIENE, alcune delle quali permettono anche un certo recupero funzionale dell’organo.In chirurgia cardiovascolare oggi si sostituiscono le valvole cardiache compromesse da valvulopatie o da difetti congeniti, con VALVOLE MECCANICHE in materiale biocompatibile o con VALVOLE BIOLOGICHE realizzate con pericardio bovino od ovino, opportunamente trattato. Entrambi questi dispositivi sono totalmente biocompatibili e perfettamente adattabili alla morfologia cardiaca, permettendo così al paziente, la ripresa della vita normale. Per quanto riguarda il trattamento dell’aneurisma aortico, in chirurgia vascolare ci si avvale di ENDOPROTESI IMPIANTABILI che sostituiscono perfettamente il tratto di arteria compromesso dall’aneurisma.Grazie ad un piccolo STIMOLATORE impiantato nel torace del cardiopatico si possono controllare aritmie, bradicardie e tachicardie che altrimenti porterebbero il paziente a gravi scompensi cardiaci. I PACEMAKER di ultima generazione e evoluzione, hanno batterie di lunga durata (7-10 anni) e sono a frequenza variabile in grado di garantire un regolare battito cardiaco, in funzione dell’attività quotidiana del paziente, mentre i dispositivi di prima generazione avevano batterie di breve durata e funzionavano ad una frequenza fissa (c.a. 70 battiti al minuto). Per la prevenzione della morte improvvisa nel postinfarto e come terapia nelle tachiaritmie atriali, viene impiantato un DEFIBRILLATORE CARDIACO che permette al paziente un’aspettativa di vita molto più ampia. Con un intervento di angioplastica delle coronarie si può asportare la placca ateromatosa che ostruisce il flusso ematico, ed inoltre si possono impiantare gli STENT permanenti che sono una sorta di armatura posta all’interno del vaso per mantenere pervio il lume dell’arteria. Un primo passo per la sostituzione del cuore completamente artificiale è stato fatto sin dall’inizio degli anni ‘90, quando è stato impiantato in un vitello, un CUORE ARTIFICIALE costruito in materiali sofisticati e alimentato da una pompa esterna con un discreto esito di durata e di qualità di vita dell’animale. Oggi sono disponibili “cuori artificiali” impiantabili con generatore di energia esterno, che possono mantenere in vita una persona anche per diversi mesi, in attesa di trovare un cuore compatibile per il trapianto. Passando al fegato, oggi oltre al trattamento di elezione rappresentato dal trapianto completo dell’organo o di una sua porzione, si utilizza un FEGATO BIOARTIFICIALE.E’ un trattamento di supporto epatico, temporaneo e parziale che si rende necessario quando il paziente in attesa di trapianto si aggrava o quando si presenta una disfunzione di un fegato già trapiantato. Il fegato bioartificiale è formato da un apparecchio che funziona tramite un circuito extracorporeo, nel quale vengono immesse cellule epatiche isolate da fegato di suino che, dopo vari procedimenti per renderle biocompatibili, ripristinano in parte la funzionalità epatica del paziente.Anche per il tratto intestinale del colon e dell’ileo compromessi e per patologie delle vie urinarie, vi sono dei dispositivi medici atti alla sostituzione della loro funzionalità, chiamati DISPOSITIVI per STOMIA. A questi pazienti viene praticata una apertura addominale (stoma), attraverso la quale viene raccordato all’esterno un tratto di intestino o di vie urinarie, per permettere l’emissione di feci o urine in una piccola sacca ricambiabile, applicata sulla cute dell’addome per mezzo di una placca adesiva. Questo tipo di intervento viene eseguito nelle più gravi patologie: tumori, malformazioni congenite, malattie infiammatorie, occlusioni intestinali e traumi. Alla famiglia degli stimolatori impiantabili simili ai pacemaker cardiaci, appartengono i NEUROSTIMOLATORI per la terapia della spasticità, del morbo di Parkinson, della ritenzione o incontinenza urinaria e fecale. Tutti questi dispositivi impiantabili si basano sull’elettrostimolazione delle zone neurali colpite dalla malattia. Nei soggetti ai quali si possono effettuare questi impianti, il tremore invalidante del morbo di Parkinson viene attenuato tramite stimoli elettrici, attivati da un catetere impiantato nella zona talamica cerebrale del paziente e collegato con una sorta di piccolo pacemaker posizionato in sede sottocutanea pettorale. Il paziente può attivare o disattivare la stimolazione con un dispositivo di controllo.


In urologia, il NEUROMODULATORE viene applicato a pazienti affetti da ritenzione o incontinenza urinaria, che tramite una stimolazione del plesso sacrale riescono a riacquistare una qualità di vita altrimenti gravemente compromessa. Per quanto riguarda il controllo del dolore cronico come effetto di patologie neoplastiche, gravi arteriopatie, patologie dei dischi intervertebrali o altre sindromi algiche insensibili ai farmaci antidolorifici, attualmente si possono impiantare degli STIMOLATORI SPINALI che, emettendo un segnale elettrico in corrispondenza di determinate vie nervose, bloccano l’impulso doloroso a livello midollare, impedendogli di raggiungere la regione cerebrale ove esso viene soggettivamente percepito. Anche la somministrazione continua di farmaci può avvenire tramite POMPE IMPIANTABILI e programmabili a flussi variabili che vengono attivate dal paziente. Grazie all’Ingegneria genetica oggi, al paziente gravemente ustionato, si possono ricostruire i tessuti distrutti con il trapianto di DERMA COLTIVATO in laboratorio. Da un piccolo lembo prelevato dallo stesso paziente si possono coltivare anche metri di derma che, trapiantato sulle lesioni, si innesta senza problemi di rigetto."




Avevo letto qualcosa del genere, qualche anno fa, ma non era una cosa così eclatante.


In effetti in questo campo l' umanità sta facendo passi da gigante, si basti pensare che qualche decennio fà il massimo della tecnologia era la gamba di legno o la mano ad uncino, mentre ora sono riusciti a costruire un cuore artificiale in plastica e nikel arricchito in fibre di ferro (strafigo per il desine) con autonomia di 6 ore... cosa piuttosto triste, visto che ti devi preoccupare di cambiare le batterie ogni 6 ore, ed il giovedì? io odio il giovedì apposta perché mi si scaricano le batterie ed tutti i negozzi sono chiusi! GRRRRRRRR.....


Ed la notte?




"Cara?"




"Sì?"




"Metti la sveglia? devo cambiare le batterie al mio cuore..."




"Ok, Ci penso io, non ti preoccupare caro, ci vediamo tra 6 ore, notte"




"Notte cara..."




.....




"Yaw.... caro... Le batterie... aspetta, ma che ore sono? OH, NO! LA SVEGLIA SI E' SCARICATA! IERI ERA GIOVEDI'! CARO? CARO!!!???"




comunque so a cosa mira l' umanità intera...




...Saremo tutti come Franky!


venerdì 21 novembre 2008

La cantata di Tom Bombadil




Ehi dol!

Bel dol!

Suona un dong dillo!

Suona un dong!

Salta ancor!

Salice bal dillo!

Tom Bom, bel Tom, Tom Bombadillo!

Ehi doll!

Vieni bel doll!

Cara dol!

Mio tesoro!


Il vento soffia leggero e la stella spunta d'oro

Laggiù ai piedi della Collina che brilla alla luce solare,

Sulla soglia aspetta il debole chiarore stellare,

La mia graziosa dama, figlia della Regina del Fiume,

Esile più di un salice, più limpida dell'acqua, più brillante di un lume,

Il vecchio Tom Bombadil ha colto dei gigli d'acqua,

E saltellando torna, e mai nel giorno tacque.


Ehi! Vieni bel doll!

Cara dol!

Mio tesoro!

Boccador,

Boccador, un'allegra bocca d'or!

Povero Vecchio Uomo Salice, hai nascosto le radici,

Ma Tom ha fretta adesso.

La sera giungerà tosto.


Il vecchio Tom Bombadillo ha colto dei gigli d'acqua

E saltellando torna, e mai nel giorno tacque.

Veloci, piccoli miei che il Sinusalice risalite!

Tom va già avanti e le candele accende.


Ad ovest cala il sole e la notte vi attende.

Giunta l'oscurità, la nostra porta aprite,

Dai vetri e le finestre la luce s'intravede,

Non temete i neri ontani ed i salici canuti!

Non temete rami e radici, ché Tom vi precede.

Veloci, venite, vi aspetterem seduti.


Ehi! Vieni, bella dol!

Giunti son gli amici!

Hobbit!

Cavallini!

Siam tutti ora felici!

Viva i divertimento!

Cantiamo tutti assieme!

Viva il divertimento!


Cantiamo tutti assieme

Di sole, stelle, luna, nebbia, pioggia e speme,

Luce sul bocciolo, rugiada sulle piume,

Rovi sullo stagno ombroso, gigli sull'acqua che freme.


Vecchio Tom Bombadill, e la Figlia del Fiume!

Esile più di un salice!

Più limpida dell'acqua!

Più brillante di un lume!

O giunco chinato sul lago!

O dolce Figlia del Fiume!


Tu sei estate e primavera, e poi nuovamente estate!

Tu delle fronde le risa, e brezza sulle cascate!

Vecchio Tom Bombadil è un tipo allegro;

Ha gli stivali gialli e la giacca blu cielo.


Avevo un compito da svolgere: coglier tanti gigli,

Verdi foglie e gigli candidi per la mia dolce dama,

Per conservare gli ultimi, prima della fine dell'anno,

Al riparo dalla neve, a fiorire ai suoi piedi.


Ogn'anno sul finir dell'estate li vado a cercare per lei,

In un limpido stagno profondo, lontano dal Sinusalice;

Lì, in primavera, solo i primi a sbocciare, e lì i più lunghi a durare,

E lì, tanto tanto tempo addietro, trovai la Figlia del Fiume,

Dolce Boccador seduta in mezzo ai giunchi.


Ed è stato un bene per voi, perché ormai non tornerò più

Lì in fondo lungo le acque del fiume,

Ora che l'anno muore.


E nemmeno passerò più

La casa del Vecchio Uomo Salice

GrigioFino alla primavera, quando allegra la Figlia del Fiume

Va ballando nel sinuoso sentiero e si tuffa nell'acqua.

sabato 18 ottobre 2008

Passi da gigante all' indietro





Scuola privata, maestro unico, niente università per i professionali, orari ridotti, niente 3^Area... L' italia è in crescita, Sì, verso il passato! e come al solito la chiesa si intromette e ci giobba sopra, il prossimo passo quale sarà, il riutilizzo del frustino durante le lezioni e le tavolette di cera? e quasi dimenticavo le classi differenziate per gli stranieri, Certo! che rimangano ignoranti quei Terun! perché non una divisa cin sulla schiena l' identificazione raziale con lettere "P" (padani) e "T" (i terun, il sud d' italia e gli stranieri), l' italia tanto ha inventato la macchina del tempo, peccato che la abbia impostata per il passato!



Ma che diamine, tanto per levarci dai maroni le leggi raziali che già ci ripiombano addosso? non ci posso davvero credere, ed ho paura, ma non tanto per me, ma per mia sorella.



Cosa si ritroverà dinansi una volta a scuola? Un' insegnante unico che di sicuro le insegnerà tutto ed niente ed una scuola dove gli imparano la divisione tra italiani e stranieri, per non parlare delle poche ore di insegnamento a disposizione, terrore di mia madre.


Eppure per il governo l' italia è in forte crescita...




Purtroppo, nonostante le pressioni dei sindacati, non penso che il governo cambi idea, e su tutto questo mi viene da pensare, ma perché tutto questo? il governo dovrebbe fare qualcosa, guidare l' iali verso un' unità completa tra nord e sud, eliminando la questione siciliana una volta per tutte e risanare il bilancio economico italiano che stà andando a pezzi, invece di fare promesse mai mantenute.


ma tutto questo mi fa tornare con la mente indietro nel tempo... molto indietro, quando il 95% degli italiani era analfabeta per via della scuola privata che non gli permetteva l' istruzione per via dei loro portafogli vuoti...



Mi fa tornare in mente che in quegli anni la gente era troppo ignorante per prendere decisioni, percui si affidava esclusivamente alla migliore offerta...



Ma certo! l' Ignoranza, ora tutto torna!



l' equazione è semplice:


Meno ore+Insegnante unico+classi divise+meno scuole+ continua discriminazione raziale= Ignoranza.



Ignoranza= Manipolazione totale.



Ora capisco il perché i politici non fanno nulla, gli conviene eccome! basta fare due promesse sulla vita di gente morta di fame e miseria ed il gioco è fatto!



AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!


MA VADANO AL DIAVOLO!



e la cosa che più mi sconcerta è che non facciamo nulla per opporci! Ma quale Rumeni! Ma quale Polacchi! Noi siamo in fondo alla lista del 3^ mondo! ed i politici e la chiesa ci giobbano sopra!




MA VADANO AL DIAVOLO! TUTTE E 2!



Se non fosse per loro l' italia sarebbe al primo posto! Quanto mi mancano i tempi di Camillo Benso conte di Cavour! all' epoca sì che eravamo i primi! se proprio dobbiamo tornare indietro, perchè non torniamo a quell' epoca?






io rimango sempre più avilito nel vedere questo paese sprofondare più nell' oblio...



io rimango qui ad sprofondare sempre di più nelle mie masturbazioni mentali, a voi la scelta di commentare o meno...




Il rugbysta Rivoluzionario.

sabato 11 ottobre 2008

La rabbia esplode...



RRRRRHAAAAAAAAAAAAAAAHRRRRRRRRHGGGGGGGGGGGGGGGGGH!!!!!!!




MA TUTTE A ME CAPITANO?




NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!




Ok, prima di andare a spaccare teste vi spiego il motivo della mia rabbia.




Oggi si doveva disputare la seconda partita di campionato, ed non sono riuscito a parteciparvi.




(come al solito) Mi convocano, e ieri mi hanno chiamato per farmi sapere che dovevo essere al campo di colleferro alle ore 15.45, orario piuttosto normale, considerato che il sabato esco da scuola alle 14.30. Fin qui tutto normale, ma la dea sfiga ha in mente per me un subdolo tranello che giuro prima o poi gli e la faccio pagare.


Comunque... esco da scuola dopo una stressate giornata di scuola e racconti horror all' ultima ora (che se volete vi racconto dopo), torno a casa, mangio, mi preparo e parto.


Durante il viaggio controllo il cell. vedendo se vi sono nuove chiamate, ma nulla.




Arrivo.




Scendo dalla macchina.




POSO la borza.




Si ACCENDE la scintilla verde nei miei occhi.




E' VUOTO.




CHIAMO.




Risponde quello che mi ha chiamato ieri, con voce divertita e strafottente.




Pronto?




Sì! Sono pronto, e VOI?




Oh, ciao Flavio, come mai NON sei venuto? ti aspettavamo...




COSA? MASE SONO QUI! DOVE DIAMINE SIETE!




Ma come, siamo arrivati, ieri ti ho detto di presentarti alle 13.45...




MA CHE !$%&£ STAI DICENDO! SONO QUI ALL' ORA CHE TU MI HAI DETTO, E NON MI HAI DETTO L' UNA E TRE QUARTI! NON ERO NEMMENO LONTANAMENTE USCITO A QUELL' ORA! TI AVREI DETTO CHE NON POTEVO VENIRE, NO? QUINDI NON VENIRMI A DIRE C****TE!




E dai, non prendertela, sarà per la prossima volta...




PROSSIMA VOLTA? PROSSIMA VOLTA!?!?!? NO, MI DISPIACE, MA PER "LA PROSSIMA VOLTA" HO DEGLI IMPEGNI MOLTO PIù URGENTI! QUINDI NON MI SCASSATE!




Ok,Ok... allora ad all...




[riattacco]




Sono furiono, ma non tanto per la partita, mas per la figuraccia che mi ha fatto fare, a me e a mia madre.


Ma è possibile che il menefreghismo nella gente sia crescuto a tal punto? è possibile che l' essere umano sia divenuto così egoista na non prestare attenzione alle cose più banali? ed è possibile che certa gente SI DIVERTI sulla dignità degli altri? Ma perché? PERCHE'? PERCHE'!?!




Molte domande mi ronzano per la mente a cui nessuna riesco a dare una risposta, mi metto le mani tra i capelli, cercando di sopprimerle, ma divengono sempre di più, sempre di più, sempre di più...




rrrrhAAAAAAAAAAAAAAAHRRRRRRRRHGGGGGGGGGGGGGGGGGH!




[Do un calcio ad una panchina, mandando le assi in mille frammenti e sbalzandola di parecchi metri]




RRHHHHHHHHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARHHHHHHH!




LA CACCA!



Tutto si calma, il bollente spirito sfrigge, mentre guardo i resti della panchina sotto lo squardo impietrito di mia madre.




torno in macchina.




torno a casa.




torno a scrivere.




Dopo questo sfogo, mi pongo ancora delle domande che non riesco a togliermi dalla testa:




come ha fatto una società con un grande valore storico a cadere così in basso?


ed è possibile che nessuno faccia nulla per fermare questo... abominio?


certo, a nessuno frega delle piccole cose come una società sportiva, ma è proprio da queste piccole cose che ci si rende conto della crescita dell ego umano, una società nel quale se resti indietro sei perso e dimenticato.


quattro anni.


Quattro stramaledetti anni io ho sputato sangue per loro, ed ora non gli e ne frega nulla? mi abbandonano come se fossi un cane?


ed ora mi sorge una domanda... Ma ne è veramente valsa la pena? insomma... quattro anni di insegnamento dei legami, del sostegno e dell' amicizia, serviti a cosa? per essere mandato a morire da solo alla prima occasione? ma ne vale ancora la pena di sputare sangue per dei menefreghisti che alla prima occasione ti pugnalano alle spalle getando la tua dignità nel cesso come se nulla fosse? non ho risposta a queste domande, ma se volete potete pure commentare, a voi la scelta.




buona notte dal Rugbysta.

lunedì 6 ottobre 2008

Prima di campionato...

Vorrei principalmente scusarmi con i lettori per il ritardo, ma ho avuto problemi di tempo.


Ed ecco qui la cronaca della partita Colleferro Rugby Vs. Associazione Villa Doria-Pamphili Rugby, e per motivi di tempo vi descrivo direttamente dal viaggio.




Quindi... arrivo al campo di colleferro precisamente alle ore 15.45, in perfetto orario sulla tabella di marcia, ma ad aspettarmi vi è solamente l' allenatore. Dopo circa un' ora di attesa arrivano gli altri membri della squadra, e da qui si può capire già quanto sia iniziato bene, poi, come se non fosse abbastanza dopo un' altra ora arriva l' autista con il suo autobus mentre sorseggia una bottiglia di birra di scarsa qualità, ed a questo punto mi sono chiesto tra me e me "ma chi me lo ha fatto fare?" cmq carichiamo tutto nel porta bagagli e partiamo. Io infilo la cuffietta dell' Mp3 all' orecchio destro e mi sparo CapaRezza a tutto volume per poi addormentarmi, quando mi risveglio è quasi buio e vedo tutti in agitazione, l' autista si è PERSO.




a questo punto il mio allenatore comincia a sbraitare contro l' autista, anche se a lui non pare fregargliene molto, tanto che accende la radio ed inserisce un CD contenente musiche della Diabolika, spegnemdo le luci alternandole facendo somigliare l' autobus ad una discoteca portatile.




Finalmente arriviamo, sono le sei del pomeriggio, ci vestiamo e cominciamo a fare riscaldamento:


prima 6 giri di campo, poi passaggio incrociato della palla, alternato tra passaggio regolare, strappare la palla e posizionamento della palla, poi proviamo qualche touche, qualche mischia, e poi ancora 8 giri di campo alternati tra schipp a ginocchia alte e corsa calciata. La cosa peggiore non è il nostro ritardo, ma che la squadra avversaria non era ancora pronta, quindi ci siamo concessi qualche minuto di svago.




Fischia l' arbitro, quindi tutti al riconoscimento.


Il capitano stringe la mano all' arbitro che prende l' elenco dei nomi stilati dell' allenatore e vice (regolarmente tutti sbagliati) e comincia a chiamarci per cognome, noi dobbiamo solo rispondere con il nostro nome e numero.




arriva il mio turno:




CACCHIONE!




FLAVIO, 1 (e mostro gli scarpini)




OK, IL PROSSIMO




e così via.




Ri-fischia ed la partita inizia alle ore 19.00.




entriamo, ci giochiamo la palla e poi salutiamo il pubblico con rituale annunciazione ad voce (molto) alta della squadra avversaria, poi ci posizioniamo in campo ed iniziamo.




V.P calcia, la palla arriva al mio compagno, vado a sostenerlo, spingo, prendo la palla e la passo ai 3/4, corrono, si passano la palla, ma prima che arrivi alle ali placcano il corridore ed io sono li a sostenerlo, prendo la palla, comincia a piovere, corro, sono vicino alla meta con 6 uomini attaccati come padelle ad uno scoglio, purtroppo ho gli scarpini di plastica, il fango non mi permette l' avanzata e quindi mi giro e passo la palla, la prende l' ala che corre a meta, il tutto nell' arco di 5 minuti. In quel momento mi sono ricordato di un detto Rugbystico: "il rugbysta non muore mai, casomai passa la palla..." il piazzatore piazza la palla ed Giusti il calciatore calcia, mancando l' obbiettivo di circa 2 metri, purtroppo questa è un azione che si ripeterà sempre, percui non la riscriverò.




L' associazione V.P riprende palla e calcia, la riprende il mio compagno, ma stavolta decide di andare in mezzo ai 3/4 facendoci perdere il vantaggio, non riesco a stargli dietro, così mi posiziono per un' eventuale perdita di palla, quello che è effettivamente successo, così comincio a correre per dare sostegno, ma facciamo fallo ed è mischia avversaria. Mi assemblo come pilone sinistro di quella che è la grande macchina umana della mischia composta da 8 menbri, mi lego bene, mi piazzo e guardo in faccia il mio avversario, è più grande di me, ma leggo la paura e l' incertezza nei suoi occhi, cosa che ho sfruttato.




l' arbitro comincia la filastrocca:




Bassi...




fermi...




tocco...




CONTATTO!




E carico il mio avversario, purtoppo, nonostante sia più forte di lui, il terreno mi gioca contro, poichè i miei scarpini non reggono la presa con il terreno paludoso, ma non mi importa, non voglio scuse, percui impianto i miei piedi nel fango fino a toccare il cemento sottostante e spingo con tutte le mie forze, vi è l' introduzione della palla, ma succede una cosa imprevista, l' essere che hanno messo come tallonatore che d' ora in poi denominerò "Marcoccius Trattorinus" si lancia, non sò dove lo abbia visto, ma si butta andando sotto la mischia avversaria, andando a sbilanciare tutto il PAC, ma fortunatamente riesco a riprenderlo e a trascinarlo nuovamente verso il nostra linea, ed ha portato con se un regalino, una grazionsa palla ovale tra le gambe, percui non perdo tempo e TALLONO (io...) la palla verso le seconde, che successivamente la passano alle terze che andranno poi a darla al mediano che poi la passerà ai 3/4. (per i lettori, non scorraggiatevi, questa è solo la prima mischia e non è passato nemmeno un quarto d' ora!)




Finita la mischia mi sgancio dalla mischia e vado dal trattorino, dicendogli che non avrei retto una seconda volta per via dello sforzo e del terreno, ma lui fa quello che i trattorini fanno meglio, non mi ascolta.




Cmq...




i 3/4 passano la palla che arriva fino all' ala che va a segnare meta.




V.P ricalcia, la palla sempre nello stesso punto ed azione precedente, ma stavolta V.P prende la palla e calcia in touche, La prima touche fila liscio, mi metto a primo uomo, chiamo la fila e alzo la torre insieme al mio rispettabilissimo collega pilone N° 3




la palla esce, va ai 3/4, che vanno un pò in crisi, ma dopo un duro combattimento sulla linea di meta riesco a tirare fuori la palla e passarla ai 3/4 che vanno a segnare.




ormai la partita è nostra.




A questo punto il P.F ricalcia ancora,sempre nel medesimo punto, stessa azione (ormai si è montato) ma perde palla, rischio meta, placco il portatore che non riesce a passare la palla, il suo amico fa avanti ed è mischia, mi rinserisco ed il trattorino si rilancia, con grande sforzo ri-riesco a prenderlo, ma stavolta torna a mani... pardon... piedi vuoti. perdiamo palla, ci sganciamo, andiamo a pressare, perdono palla, ma finisce fuori, touche.




Riformiamo la touche con lo stesso risultato precedente: meta.




fischio dell' arbirto: fine primo tempo.




riprendiamo fiato, beviamo ed torniamo in campo.




secondo tempo: meno esaltante del primo, percui sarò breve.




calcio nostro, palla avversaria, la perdono, palla nostra, fallo, mischia. spingo, trattorinus si lancia ma stavolta non riesco a prenderlo, la mischia cade, ripetizione, uguale, un' altra volta, lo prendo, ma palla avversaria. ci mettono un pò nei casini, ma recuperiamo la palla, fuori, touche fallita, palla loro, abbatto il portatore, palla all' estremo, meta.




ricalcio, fallo, mischia nostra, maschero un fallito tallonamento, non ce la faccio più, palla fori, ma cade ed è touche, anche questa fallisce, ma riusciamo comunque ad recuperare palla, fallo, 10 metri contro, abbatto nuovamente il portatore, enorme rak, confusione ovunque, ma riesco a soprire a tal punto la palla da riuscire a calciarla dritta dritta tra le mani di trattorinus che segna meta. mischia, ultima azione, palla nostra, fuori, arriva alle ali che però stavolta vengono placcate, fallo avversario e fischio di fine partita.




COLLEFERRO RUGBY: 44


ASSOCIAZIONE VILLA DORIA-PAMPHILI RUGBY: 0




esultiamo, mentre stramazzo a terra per la fatica, stò stirando.




ci facciamo una breve doccia, terzo tempo a base di pasta, salsicce e dolci vari e poi sull' auto-discoteca, con birra che un' altro pò usciva dai finestrini. l' autista si perde, ma non fa niente, tanto stò dormendo con l' mp3 a palla ascoltando canzoni di final fantasy.




Opinione dell' esperto: La V.P si è montata la testa poichè l' anno precedente si è classificata prima, nonostante la facilità di occasioni di mete in alcuni momenti siamo stati in difficoltà e sotto pressione, per non parlare del mancato fiato generale. tutto sommato ci siamo divertiti, ma sò che possiamo migliorare.




Ed ora a voi commentare, buona notte a tutti!

martedì 30 settembre 2008

Io amo la... sfiga! piccola dimostrazione di una giornata tipo.



Benvenuti e rieccoci qui riuniti dopo una giornata davvero stressante.


Si inizia quasi bene, sveglia REGOLARMENTE in ritardo di 50 minuti, percui risveglio forzato con fulminante colazione, lavata e vestita e tutte quelle altre cose che si fanno la mattina, poi il preparare la borsa per la scuola, ma oggi non è un giorno come gli altri, oggi ci sono gli allanamenti previsti per le ore 15 in punto, cioè subito dopo la scuola.


Mi preparo il borsone da allenamento buttandoci dentro le prime cose che capitavano e i libri di scuola da 1000 Kg l' uno, me lo metto in spalla a fatica ed esco alla velocità della luce da casa, dicorsa in macchina per una folle corsa, inutile per via dell' orario ormai troppo tardo.


Mia madre vira pericolosamente (mandando a sbandare un' alta auto) in direzione della piazza, anche se gli avevo ripetutamente detto di lasciarmi alla fermata.




Arrivo.




Marea di gente.




Che palle.


Salto 2 autobus stracolmi di gente, vabbé che sono in ritardo, ma la fine della sardina non la voglio fare, e poi porto dietro di me una borsa che è quasi il doppio di me, non sarebbe entrata


mai.




Arriva un terzo autobus, ed a riluttanza entro, è pieno ma ci si può stare.


Sono in piedi, borsa a terra, tutti che mi guardano come se stessi per esplodere, ma dal sonoro vocio di un intero autobus riesco a sentire il chiacchiericcio di 2 persone dietro di me, una ragazza e un ragazzo.


L' auto fa una brusca virata, la borsa mi finisce su un piede, facendomi perdere l' equilibrio e facendomi andare a sbattere contro la ragazza, mi sistemo più vicino chedendo scusa, ma lei non faceva che ridere, seguita da lui.


Mi accorgo presto che il ragazzo è un gay, ed la sua amica le sta chiedendo consigli sui ragazzi, guardandomi timidamente.


Faccio il grosso e metto le chuffiette selezionando canzoni degli Haggard sul mio Mp3 nuovo.




Nulla da fare.




Sento lui che ridacchia e fa battute stupide su lei e me, la ragazza arrossicce e lo picchia, ma lui non smette.




la spinge.




Mi finisce addosso.




Le piace.




Mi piace.




Che palle.




Fermata, scendo sapendo che non la rivedrò mai più, come tutte, ma chi se ne frega.


Vado dal vecchietto detto "lo zozzo" per farmi dare 2 panini, vado a scuola.




Che palle.




A scuola sono famoso per la mia forza, testimoniata dalla presenza della pesantissima borsa.


Prima ora: Religione, mp3 a palla.


Seconda ora: educazione fisica, tutto tranquillo, ma scopro di aver dimenticato gli scarpini a casa.


Terza ora: diritto, odio questa materia, ma quest' anno la prof è buona ed ho scoperto che ha un debole per i rugbysti ^^".


Chiamo casa, come al solito non risponde nessuno.


Ricreazione: Incontro il mio amico Capp. (anche se in realtà era lui che mi stava aspettando) e parliamo di affari. poi andiamo in giro a trovare altri nostri amici, tra cui Massimo "Maggimo" Maggi, Fausto "6" Graziosi e Lucia. parliamo dei vecchi temi in cui tiravamo le bottiglie sulle teste dei vecchietti randagi fuori dalla scuola.




Suona la campanella.




Quarta ora: Inglese, da spararsi, mio padre mi tempesta di chiamate.


Ultima ora: francese, da buttarsi dalla finestra, unica scappatoia mio padre che mi porta gli scarpini.




Suona la campanella.




Marea di gente.




Che palle.




ora penserete che sia finita qui... ma non è così, poiché la dea sfortuna a ancora molte cose in serbo per me.


vado alla stazione dei treni, incontri amici, prendono l' autobus che mi poteva accompagnare a casa, ma li saluto.


Una ragazza che non ho mai conosciuto mi fa conoscere il suo terzo dito dal finestrino dell' auto.


Mha...


Aspetto 1 ora, rincontro un vecchio giocatore di rugby che ha smesso poiche si stava sempre a rompere gli arti. Più che altro glieli rompevo io.


Arriva l' autobus per colleferro, esulto, entro e mi siedo, semppre con l' mp3 attaccato e mi addormento cullato dal dondolare dell' autobus, mettendo la borsa sul sedile affianco, così he nessumi mi rompa.




Mi sveglio.


L' autobus è vuoto.


L' autobus è fermo.


Non siamo a colleferro.


Chedo all' autista, è rotto (l' autobus, non l' autista)


Attacco con la pippa:




L' autobus è rotto?




sì.




perché?




si è fritto il motore.




ma non riparte?




no.




Sicuro?








ma ne è proprio sicuro?




sì.




non può ripararlo?




no.




ne è sicuro?




LA CACCA!


...




Scendo, leggo il cartello: 8 Km per colleferro.


Mi giro, la strada sterminata.


Comincio a camminare.


sono in ritardo, ed i km nn finiscono più, inoltre la pesantissima borsa mi ha perforato la spalla destra e nessuno me se carica, abbasso la testa e continuo.


Arrivo alla stazione degli autobus di colleferro, c' è una cartina, leggo, il campo è dall' altra parte del paese, mi incammino, mi PERDO.


Ma porca miseria! tutte a me mi devono capitare? ma nessuno mi ama? ma perché non esistono i miracoli? Porco di...


Alzo la testa di scatto sollevando le braccia per invocare padre nostro quando vedo la statua di padre pio che mi fissa con un braccio abbassato e uno alzato indicando l' incrocio di sinistra O_O".




Lo seguo.




arrivo al campo, in ritardo, ma questo non importa a nessuno.


Mi cambio.


Mi alleno.


Stramazzo al suolo sfinito.


Fine allenamento.


Mi faccio la doccia, ma il cell non prende lì, percui non posso chiamare mamma, mi vesto ed esco, li prende.


Ma'...


Sì?


ho finito, viemme a prende.


Non puoi farti dare un passaggio fino ad artena?


no.


sicuro?




con nessuno?


no


sicurosicuro?


LA CACCA!


...


Aspetto mezzora, poi arriva mia madre con una sua amica, saliamo su per artena con l' inno russo sparato a tutto volune nel mio orecchio, arriviamo in cima al monte, da li si vede tutto sino a Roma, stupendo.



Vedo una ragazza, alta snella ed attraente, ma appena comincia a parlare capisco una cosa: è 5 anni più piccola di me.



Mamma deve comprare del cacio fatto in casa, lo compra e ce ne andiamo, ma prima io guardo la ragazza e lei guarda me, la rivedrò, ma chi se ne frega.



arrivo a casa, ho mangiato ed ho scritto questo articolo giusto per mostrarvi un pezzo di una mia giornata tipo, voi penserete: Ma chi se ne frega? avete ragione, ma intanto io ho scritto, ed ora a voi il piacere di commentare, ora scusatemi ma vado a coricarmi.




buonanotte dal Rugbysta, e che la sfiga sia con voi!




R D 2 = 5

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