What time is it?

giovedì 19 febbraio 2009

Origami


L' arte di piegare la carta...





Con il termine origàmi si intende l'arte di piegare la carta e, sostantivato, l'oggetto che ne deriva. L'arte della piegatura della carta nacque in Cina, ma fu conosciuta anche dagli Arabi prima di giungere in occidente in epoca relativamente recente.
La tecnica moderna dell'origami usa pochi tipi di piegature combinate in una infinita varietà di modi per creare modelli anche estremamente complicati. In genere, questi modelli cominciano da un foglio quadrato, i cui lati possono essere di colore differente e continua senza fare tagli alla carta, ma l'origami tradizionale era molto meno rigido e faceva frequente uso di tagli, oltre a partire da basi non necessariamente quadrate. Alla base dei principi che regolano l'origami, vi sono senz'altro i principi shintoisti del ciclo vitale e dell'accettazione della morte come parte di un tutto: la forma di carta, nella sua complessità e fragilità, è simbolo del tempio shintoista che viene ricostruito sempre uguale ogni vent'anni, e la sua bellezza non risiede nel foglio di carta. Alla morte del supporto, la forma viene ricreata e così rinasce, in un eterno ciclo vitale che il rispetto delle tradizioni mantiene vivo.


Ultimamente, ho scoperto di potermi rilassare piegando semplicemente della carta per farne dei buffi animaletti o delle graziose piantine...


Al principio, ero molto scettico, poiché non sapevo esattamente cosa ne avrei fatto poi delle mie creazioni, ma, fatevelo dire, si sono rivelate decisamente molto utili in alcune festività, come, ad esempio, San Valentino, in cui ho regalato dei bellissimi gigli fatti in carta con un dolcetto (fatto da me) all' interno del fiore, incastrato dai petali.


Percui, se mai siete alla ricerca di un hobbi creativo ed intirgante (ma soprattutto che vi fa rimorchiare una cifra), vi consigli di cercare in rete alcuni modelli di origami, prendere la carta e cominciare a far muovere le manine, vedrete che, dopo aver creato uno zoo in scala o una serra, vi sentirete al settimo cielo...

...Naturalmente ci vuole anche pazienza....


mercoledì 26 novembre 2008






Salve e ben tornati sul blog del rugbysta, dove ogni cosa è come sembra.



In precedenza vi narrai di una mia giornata tipo, così (per par condicio, o come cavolo si scrive) ora mi accingo a narrarvi di una mia giornata lavorativa tipo, che lo vogliate oppure no.



Il tutto inizia in una nuvolasa giornata di domenica sera, ore 17.00...




Arrivai al ristorante accompagnato da mio padre, ascoltando Caputo, che per tutta la durata del viaggio non facevo che ripetere "per fortuna non beve più tequila", ma chi se ne frega.





Arrivai alla struttura, salutando il mio anziano progenitore dicendogli di venirmi a prendere a mezzanotte in punto.





Entrai dall' entrata posteriore, per non disturbare i pochi ospiti rimasti con la mia losca figura, che si accingevano ad andarsene dopo un laudo pasto.





Entrai,





Salutai,





Mi cambiai.





Dopo essermi messo in divisa, entrai in cucina e, vedendo che non vi era molto da fare, cominciai a sistemare le piccole cose:





cominciai a tritare il prezzemolo, preparare gli antipasti, salse, sughi, zuppe e preparazione per le pizze e buttai l' immondizia.



Dopo un' ora, preparammo qualcosa per noi e ci sedemmo a mangiare, parlando degli argomenti più svariati, ricchi di gossip larianesco e doppi sensi a senso unico.



poi, ci preparammo per la battaglia...



"tutti ai loro posti di combattimento" ci gridò la capocuoca, e vedendo il cameriere arrivare in cucina (qui un sottofondo alla carica delle valchirie ci stava da dio) avverì "pronti..." entrò di corsa in cucina ed appese la comanda e a questo punto... "VIA!"



Cominciammo a lavorare...



10, 20, 30, 40... 50, la gente arrivvava a vagonate, sembrava che nessuno avesse da fare in quella fredda domenica di novemre, ma chi se ne frega, più gente arriva, meglio è.



primi, secondi, contorni, cuoche disperate, camerieri che sclerano, gatti grossi come maiali che ti soffiano contro... un caos totale, chi voleva questo, chi voleva quest' altro, chi ci ripensa, chi fa la penitenza... ormai erano le mie braccia ad andare, io non le controllavo più.



ma, ad un certo punto, si vide il cameriere arrivare con un biglietto unico:



Polenta x 50



O_O"...



"POLENTA X 50???!!!" sbottò la cuoca;



"MA LO SAI QUANTO CI VUOLE?"



"Sì" rispose il cameriere



"ED HAI AVVERTITO I CLIENTI?"



"Sì, ma vogliono tutti la polenta, che ci posso fare? e poi avevi detto tu di mandarla via il prima possibile..."



"SI', MA AVVERTI PRIMA DI FARE UNA CRETINATA SIMILE, NO? ED ORA SPARISCI, PEZZENTE CHE NON SEI ALTRO!"



Il cameriere impallidì ed sgattaiolò in sala, in attesa di altre comande.



"Flavio" mi disse con aria seria



"Vai a prendere... la Pentola." [la cucina venne scossa dal rombo assordante di un tuono, come una frustata sul timpano di un tamburo]



"La pentola?" [Un' altro tuono]



"Sì... La Pentola!" [rombò un' altro tuono]



"E CHIUDETE QUELLA FINESTRA, CHE FUORI FA UN TEMPORALE DELò C***O!"



...O_O"...



Corsi a prendere la Pentola.



Dentro quell' enorme recipiente versai dell' acqua calda, e quando arrivò quasi ai manici, la alzai a fatica e la ponetti sul fornello più grande che c' era.



A quel punto entrarono in gioco le cuoche più esperte, andando a prendere la farinola mescolata e cominciarono a mescolare l' acqua con un lungo bastone.



A metà procedimento, successe l' irreparabile... la cuoca svenì.



a quel punto, gli stavano tutti addosso, tutti a preoccuparsi per lei ed i camerieri che urlavano a squarciagola "allora, la polenta è pronta o no?", come se la scena non li preoccupasse.



"Cosa posso fare?" mi chiesi, allora vidi la polenta, e poi il bastone.



"devo farlo" pensai, vedendo gli altri che stavano chiamando l' ambulanza



Allora presi il bastone, e con fare barbaro lo feci roteare sopra la mia testa e, alla "tu non puoi passare" di gandalf, piantai quel bastone nella polenta, girando con tutta la forza che avevo.



Era densa, più del cemento, ma non potevo mollare, quella polenta andava servita in tempo... Oddio, sembrava viva, scalpitava, si agitava, non voleva farsi girare, ma io non potevo mollare, ed lottando contro quelle 50 porzioni girai fino a scorticarmi le mani.



scoppiettava, schizzava, bruciava... come girare una pentola di lava incandescente, ma alla fine vi riuscì, ed prendendo 50 scifelle la servì con spuntatura e salsiccia, e la serata fu salva... ad eccezione di lei -_-.



La serata proseguì con frutta e dessert, per poi rimettere utto apposto, prendere lo stipendio e tornare a casa in tempo per vedere su MTV South Park e Fur TV.



ed ra posso quasi scorgere nella tua mente, caro lettore, e sentirti pensare:



"Ebbeh? tutto qui? una Polenta la sò fare anche io, sai che sforzo..."



Ebbene, si, caro lettore, hai ragione, chissene frega! ma nulla è in confronto al sentirsi un piccolo eroe di tutti i giorni, sentirsi chiedere dalla gente:



" Scusa, tu lavori alla Premiata trattoria?"



ed rispondere, alzando la testa come una fiera renna nel mostrare in tutta la sua bellezza le sue ramose corna:



"Sì, sono io la Chef che ha lottato contro il destino ed una polenta per servirti quel lauto pasto"



ed sentirsi rispondere :



"Vabbeh, chissene frega, stavo solo chiedendo..."



ed ora, caro lettore, se sei arrivato sino a questo punto vuol dire che hai molta pazienza, ed ti ho mostrato i dettagli di una mia giornata tipo, anche se questa è stata in particolar modo traumatica, ed ora non ti romperò l' anima un istante di più.



ora perdonatemi, ma ormai il disco infuocato del sole si è nascosto dietro i monti lepini da ormai molte ore, e come lui anche io vado a coricarmi, se volete commentate pure.



Buona Notte e sogni do' oro dallo Cheffo Rugbysta!


Gli alberi




Perché siamo come tronchi nella neve.

Apparentemente vi sono appoggiati, lisci, sopra, e con una piccola scossa si dovrebbe poterli spingere da una parte.


No,


non si può, perché sono legati solidamente al terreno.

Ma guarda, anche questa è solo un' apparenza.


F. Kafka

sabato 22 novembre 2008

Bionic Man







Girovagando per la rete, mi sono imbattuto in questo articolo:




"BENESSERE E SERENITA’ RICONQUISTATI GRAZIE AI DISPOSITIVI MEDICI CHE RIDONANO L’INTEGRITA’ FISICA



Il genere umano entra nel terzo millennio con la consapevolezza che la ricerca, nell’ambito delle tecnologie biomediche, ha raggiunto e superato quello che negli anni ’80 si considerava un prodotto della fantasia. Non sono passati molti anni da quei telefilm che ci proponevano un uomo o una donna bionica, ovvero un essere umano che poteva vivere una vita normale grazie a protesi ed organi artificiali che gli erano stati innestati. Oggi i “pezzi di ricambio” in grado di ridare energia vitale e ritorno alla normalità per un soggetto menomato da un grave incidente o affetto da una grave patologia cominciano ad essere realtà, anche se non si sta parlando di un superuomo come nei telefilm, ma di una persona a cui la scienza e la medicina hanno dato la possibilità, grazie alle tecnologie biomediche oggi disponibili, di reintegrare funzioni biologiche compromesse con la sostituzione di una o più parti del suo corpo e di riassaporare il piacere della vita. Fin dall’antichità, l’ idea che alcuni mezzi artificiali potessero essere utili a sopperire ad alcune deficienze fisiche, è stata una costante dell’ ingegno umano.Basta pensare alla gamba di legno, o all’uncino che aveva lo scopo di sostituire la mano in alcune sue funzioni elementari, o anche al corno acustico. Negli anni più recenti lo sviluppo tecnologico ha permesso di costruire protesi e organi artificiali sempre più sofisticati, le cui prestazioni permettono di sopperire alle funzioni fisiologiche alterate. Ad esempio negli anni ‘60 gli stimolatori cardiaci o pace-maker avevano delle dimensioni tali per cui dovevano essere applicati esternamente; gli attuali pace-maker non sono più grossi di una scatola di cerini e vengono impiantati sotto la cute; la durata della pila è di circa 7/10 anni, mentre nei primi pace-maker impiantabili, doveva essere sostituita ogni 2/3 anni. Negli anni ‘80 pochi erano i mezzi disponibili per la cura delle ustioni, mentre oggi, grazie all’ingegneria genetica, si è passati con successo alla ricostruzione del derma compromesso.In passato, l’amputazione di un arto, comportava una profonda disabilità, oggi l’uso di protesi artificiali consente di recuperare attività lavorative o anche sportive con prestazioni eccellenti. I pazienti affetti da Parkinson, malattia debilitante che comporta forti tremori, oggi, grazie all’elettrostimolatore talamico, possono scrivere, mangiare, cucire, e fare molte altre attività che richiedono precisione. I risultati che il settore biomedico è riuscito a raggiungere, sono il frutto di enormi sforzi ed investimenti in ricerca e sviluppo che hanno visto protagonisti la stessa industria biomedica e la medicina e che hanno saputo sfruttare le ricadute della ricerca nell’ambito dell’informatica, dell’elettronica, dei materiali compositi o evoluti, della meccanica di precisione, che hanno permesso di rispondere, con prodotti sempre più sofisticati, alle richieste degli operatori della Sanità. Una delle frontiere raggiunte e che ha moltiplicato le possibilità di un impianto e la durata di un dispositivo, è rappresentata dalla messa a punto di materiali biocompatibili con il corpo umano. Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano come il progresso tecnologico, affiancato alla scienza medica, sia riuscito a cambiare le aspettative di vita dell’uomo in termini di possibilità di guarigione o di ritorno alla vita attiva, dopo aver subito un grave danno fisico. Sono moltissimi i DISPOSITIVI MEDICI e gli ORGANI ARTIFICIALI che possono sostituire parti del corpo umano o funzioni fisiologiche che, a causa di patologie o traumi non sono più in grado di svolgere le proprie funzioni. Oggi, la parte scheletrica di una persona può essere sostituita quasi tutta da protesi artificiali costruite con materiali leggeri, resistentissimi, atossici e anallergici, cioè completamente biocompatibili.


Per esempio, a seguito di un trauma cranico con perdita di sostanza ossea o dopo intervento demolitivo sulla calotta cranica, si può sostituire l’osso mancante con PLACCHE conformate che ricoperte dal cuoio capelluto, riprendono perfettamente la naturale curvatura della testa. Grazie alle nuove tecnologie in chirurgia maxillo-facciale, si possono ricostruire ORBITE, ZIGOMI, CARTILAGINE del NASO, MANDIBOLE e MASCELLE in pazienti che hanno subito gravi traumi facciali. Per ripristinare l’udito perso per particolari patologie o per un evento traumatico, si possono impiantare vari dispositivi artificiali dell’ ORECCHIO MEDIO con recupero dell’udito. Per riprendere l’uso della vista compromessa dalla cataratta, vengono innestati CRISTALLINI ARTIFICIALI sempre più sofisticati, con un semplice intervento in day-hospital. Le PROTESI ARTICOLARI di spalla, gomito, anca, ginocchio, vengono costruite con materiali sempre più leggeri e sempre più resistenti e durevoli. Oltre alle protesi articolari ora si possono sostituire interamente gli arti superiori e inferiori con BRACCIA e GAMBE ARTIFICIALI che tramite dei biosensori, captano il segnale mioelettrico presente sul moncone e grazie a dei microprocessori interni alla protesi, elaborano tale segnale trasformandolo in comando per dei micromotori che muovono l’arto artificiale, permettendogli movimenti di notevole precisione. Viene così ripristinata in toto la funzionalità dell’arto perduto in pazienti amputati, che possono riprendere le normali attività di vita quotidiana come lavorare, guidare e persino fare sport. La terapia chirurgica per la riduzione di fratture di ossa lunghe degli arti inferiori e superiori si avvale dell’impianto di PLACCHE, VITI e CHIODI che, grazie a vari materiali in leghe sofisticate, possono essere lasciati in situ, riducendo al minimo i problemi di rigetto, infezioni o allergie. Grazie a interventi di microchirurgia sulla mano, si sostituiscono le piccole ARTICOLAZIONI delle DITA con dispositivi artificiali ripristinando perfettamente il movimento perduto.Numerosi sono i dispositivi artificiali adibiti alla sostituzione di organi che hanno perso la loro funzionalità per le più svariate cause. Alcune protesi impiantabili sono ben note: si pensi al SENO ARTIFICIALE, che sostituisce la mammella dopo un intervento di mastectomia o a quei dispositivi protesici in silicone, che aumentano il volume del seno o ancora ai TESTICOLI ARTIFICIALI che vengono utilizzati nell’ambito della chirurgia estetica. Esistono inoltre le PROTESI PENIENE, alcune delle quali permettono anche un certo recupero funzionale dell’organo.In chirurgia cardiovascolare oggi si sostituiscono le valvole cardiache compromesse da valvulopatie o da difetti congeniti, con VALVOLE MECCANICHE in materiale biocompatibile o con VALVOLE BIOLOGICHE realizzate con pericardio bovino od ovino, opportunamente trattato. Entrambi questi dispositivi sono totalmente biocompatibili e perfettamente adattabili alla morfologia cardiaca, permettendo così al paziente, la ripresa della vita normale. Per quanto riguarda il trattamento dell’aneurisma aortico, in chirurgia vascolare ci si avvale di ENDOPROTESI IMPIANTABILI che sostituiscono perfettamente il tratto di arteria compromesso dall’aneurisma.Grazie ad un piccolo STIMOLATORE impiantato nel torace del cardiopatico si possono controllare aritmie, bradicardie e tachicardie che altrimenti porterebbero il paziente a gravi scompensi cardiaci. I PACEMAKER di ultima generazione e evoluzione, hanno batterie di lunga durata (7-10 anni) e sono a frequenza variabile in grado di garantire un regolare battito cardiaco, in funzione dell’attività quotidiana del paziente, mentre i dispositivi di prima generazione avevano batterie di breve durata e funzionavano ad una frequenza fissa (c.a. 70 battiti al minuto). Per la prevenzione della morte improvvisa nel postinfarto e come terapia nelle tachiaritmie atriali, viene impiantato un DEFIBRILLATORE CARDIACO che permette al paziente un’aspettativa di vita molto più ampia. Con un intervento di angioplastica delle coronarie si può asportare la placca ateromatosa che ostruisce il flusso ematico, ed inoltre si possono impiantare gli STENT permanenti che sono una sorta di armatura posta all’interno del vaso per mantenere pervio il lume dell’arteria. Un primo passo per la sostituzione del cuore completamente artificiale è stato fatto sin dall’inizio degli anni ‘90, quando è stato impiantato in un vitello, un CUORE ARTIFICIALE costruito in materiali sofisticati e alimentato da una pompa esterna con un discreto esito di durata e di qualità di vita dell’animale. Oggi sono disponibili “cuori artificiali” impiantabili con generatore di energia esterno, che possono mantenere in vita una persona anche per diversi mesi, in attesa di trovare un cuore compatibile per il trapianto. Passando al fegato, oggi oltre al trattamento di elezione rappresentato dal trapianto completo dell’organo o di una sua porzione, si utilizza un FEGATO BIOARTIFICIALE.E’ un trattamento di supporto epatico, temporaneo e parziale che si rende necessario quando il paziente in attesa di trapianto si aggrava o quando si presenta una disfunzione di un fegato già trapiantato. Il fegato bioartificiale è formato da un apparecchio che funziona tramite un circuito extracorporeo, nel quale vengono immesse cellule epatiche isolate da fegato di suino che, dopo vari procedimenti per renderle biocompatibili, ripristinano in parte la funzionalità epatica del paziente.Anche per il tratto intestinale del colon e dell’ileo compromessi e per patologie delle vie urinarie, vi sono dei dispositivi medici atti alla sostituzione della loro funzionalità, chiamati DISPOSITIVI per STOMIA. A questi pazienti viene praticata una apertura addominale (stoma), attraverso la quale viene raccordato all’esterno un tratto di intestino o di vie urinarie, per permettere l’emissione di feci o urine in una piccola sacca ricambiabile, applicata sulla cute dell’addome per mezzo di una placca adesiva. Questo tipo di intervento viene eseguito nelle più gravi patologie: tumori, malformazioni congenite, malattie infiammatorie, occlusioni intestinali e traumi. Alla famiglia degli stimolatori impiantabili simili ai pacemaker cardiaci, appartengono i NEUROSTIMOLATORI per la terapia della spasticità, del morbo di Parkinson, della ritenzione o incontinenza urinaria e fecale. Tutti questi dispositivi impiantabili si basano sull’elettrostimolazione delle zone neurali colpite dalla malattia. Nei soggetti ai quali si possono effettuare questi impianti, il tremore invalidante del morbo di Parkinson viene attenuato tramite stimoli elettrici, attivati da un catetere impiantato nella zona talamica cerebrale del paziente e collegato con una sorta di piccolo pacemaker posizionato in sede sottocutanea pettorale. Il paziente può attivare o disattivare la stimolazione con un dispositivo di controllo.


In urologia, il NEUROMODULATORE viene applicato a pazienti affetti da ritenzione o incontinenza urinaria, che tramite una stimolazione del plesso sacrale riescono a riacquistare una qualità di vita altrimenti gravemente compromessa. Per quanto riguarda il controllo del dolore cronico come effetto di patologie neoplastiche, gravi arteriopatie, patologie dei dischi intervertebrali o altre sindromi algiche insensibili ai farmaci antidolorifici, attualmente si possono impiantare degli STIMOLATORI SPINALI che, emettendo un segnale elettrico in corrispondenza di determinate vie nervose, bloccano l’impulso doloroso a livello midollare, impedendogli di raggiungere la regione cerebrale ove esso viene soggettivamente percepito. Anche la somministrazione continua di farmaci può avvenire tramite POMPE IMPIANTABILI e programmabili a flussi variabili che vengono attivate dal paziente. Grazie all’Ingegneria genetica oggi, al paziente gravemente ustionato, si possono ricostruire i tessuti distrutti con il trapianto di DERMA COLTIVATO in laboratorio. Da un piccolo lembo prelevato dallo stesso paziente si possono coltivare anche metri di derma che, trapiantato sulle lesioni, si innesta senza problemi di rigetto."




Avevo letto qualcosa del genere, qualche anno fa, ma non era una cosa così eclatante.


In effetti in questo campo l' umanità sta facendo passi da gigante, si basti pensare che qualche decennio fà il massimo della tecnologia era la gamba di legno o la mano ad uncino, mentre ora sono riusciti a costruire un cuore artificiale in plastica e nikel arricchito in fibre di ferro (strafigo per il desine) con autonomia di 6 ore... cosa piuttosto triste, visto che ti devi preoccupare di cambiare le batterie ogni 6 ore, ed il giovedì? io odio il giovedì apposta perché mi si scaricano le batterie ed tutti i negozzi sono chiusi! GRRRRRRRR.....


Ed la notte?




"Cara?"




"Sì?"




"Metti la sveglia? devo cambiare le batterie al mio cuore..."




"Ok, Ci penso io, non ti preoccupare caro, ci vediamo tra 6 ore, notte"




"Notte cara..."




.....




"Yaw.... caro... Le batterie... aspetta, ma che ore sono? OH, NO! LA SVEGLIA SI E' SCARICATA! IERI ERA GIOVEDI'! CARO? CARO!!!???"




comunque so a cosa mira l' umanità intera...




...Saremo tutti come Franky!


venerdì 21 novembre 2008

La cantata di Tom Bombadil




Ehi dol!

Bel dol!

Suona un dong dillo!

Suona un dong!

Salta ancor!

Salice bal dillo!

Tom Bom, bel Tom, Tom Bombadillo!

Ehi doll!

Vieni bel doll!

Cara dol!

Mio tesoro!


Il vento soffia leggero e la stella spunta d'oro

Laggiù ai piedi della Collina che brilla alla luce solare,

Sulla soglia aspetta il debole chiarore stellare,

La mia graziosa dama, figlia della Regina del Fiume,

Esile più di un salice, più limpida dell'acqua, più brillante di un lume,

Il vecchio Tom Bombadil ha colto dei gigli d'acqua,

E saltellando torna, e mai nel giorno tacque.


Ehi! Vieni bel doll!

Cara dol!

Mio tesoro!

Boccador,

Boccador, un'allegra bocca d'or!

Povero Vecchio Uomo Salice, hai nascosto le radici,

Ma Tom ha fretta adesso.

La sera giungerà tosto.


Il vecchio Tom Bombadillo ha colto dei gigli d'acqua

E saltellando torna, e mai nel giorno tacque.

Veloci, piccoli miei che il Sinusalice risalite!

Tom va già avanti e le candele accende.


Ad ovest cala il sole e la notte vi attende.

Giunta l'oscurità, la nostra porta aprite,

Dai vetri e le finestre la luce s'intravede,

Non temete i neri ontani ed i salici canuti!

Non temete rami e radici, ché Tom vi precede.

Veloci, venite, vi aspetterem seduti.


Ehi! Vieni, bella dol!

Giunti son gli amici!

Hobbit!

Cavallini!

Siam tutti ora felici!

Viva i divertimento!

Cantiamo tutti assieme!

Viva il divertimento!


Cantiamo tutti assieme

Di sole, stelle, luna, nebbia, pioggia e speme,

Luce sul bocciolo, rugiada sulle piume,

Rovi sullo stagno ombroso, gigli sull'acqua che freme.


Vecchio Tom Bombadill, e la Figlia del Fiume!

Esile più di un salice!

Più limpida dell'acqua!

Più brillante di un lume!

O giunco chinato sul lago!

O dolce Figlia del Fiume!


Tu sei estate e primavera, e poi nuovamente estate!

Tu delle fronde le risa, e brezza sulle cascate!

Vecchio Tom Bombadil è un tipo allegro;

Ha gli stivali gialli e la giacca blu cielo.


Avevo un compito da svolgere: coglier tanti gigli,

Verdi foglie e gigli candidi per la mia dolce dama,

Per conservare gli ultimi, prima della fine dell'anno,

Al riparo dalla neve, a fiorire ai suoi piedi.


Ogn'anno sul finir dell'estate li vado a cercare per lei,

In un limpido stagno profondo, lontano dal Sinusalice;

Lì, in primavera, solo i primi a sbocciare, e lì i più lunghi a durare,

E lì, tanto tanto tempo addietro, trovai la Figlia del Fiume,

Dolce Boccador seduta in mezzo ai giunchi.


Ed è stato un bene per voi, perché ormai non tornerò più

Lì in fondo lungo le acque del fiume,

Ora che l'anno muore.


E nemmeno passerò più

La casa del Vecchio Uomo Salice

GrigioFino alla primavera, quando allegra la Figlia del Fiume

Va ballando nel sinuoso sentiero e si tuffa nell'acqua.

sabato 18 ottobre 2008

Passi da gigante all' indietro





Scuola privata, maestro unico, niente università per i professionali, orari ridotti, niente 3^Area... L' italia è in crescita, Sì, verso il passato! e come al solito la chiesa si intromette e ci giobba sopra, il prossimo passo quale sarà, il riutilizzo del frustino durante le lezioni e le tavolette di cera? e quasi dimenticavo le classi differenziate per gli stranieri, Certo! che rimangano ignoranti quei Terun! perché non una divisa cin sulla schiena l' identificazione raziale con lettere "P" (padani) e "T" (i terun, il sud d' italia e gli stranieri), l' italia tanto ha inventato la macchina del tempo, peccato che la abbia impostata per il passato!



Ma che diamine, tanto per levarci dai maroni le leggi raziali che già ci ripiombano addosso? non ci posso davvero credere, ed ho paura, ma non tanto per me, ma per mia sorella.



Cosa si ritroverà dinansi una volta a scuola? Un' insegnante unico che di sicuro le insegnerà tutto ed niente ed una scuola dove gli imparano la divisione tra italiani e stranieri, per non parlare delle poche ore di insegnamento a disposizione, terrore di mia madre.


Eppure per il governo l' italia è in forte crescita...




Purtroppo, nonostante le pressioni dei sindacati, non penso che il governo cambi idea, e su tutto questo mi viene da pensare, ma perché tutto questo? il governo dovrebbe fare qualcosa, guidare l' iali verso un' unità completa tra nord e sud, eliminando la questione siciliana una volta per tutte e risanare il bilancio economico italiano che stà andando a pezzi, invece di fare promesse mai mantenute.


ma tutto questo mi fa tornare con la mente indietro nel tempo... molto indietro, quando il 95% degli italiani era analfabeta per via della scuola privata che non gli permetteva l' istruzione per via dei loro portafogli vuoti...



Mi fa tornare in mente che in quegli anni la gente era troppo ignorante per prendere decisioni, percui si affidava esclusivamente alla migliore offerta...



Ma certo! l' Ignoranza, ora tutto torna!



l' equazione è semplice:


Meno ore+Insegnante unico+classi divise+meno scuole+ continua discriminazione raziale= Ignoranza.



Ignoranza= Manipolazione totale.



Ora capisco il perché i politici non fanno nulla, gli conviene eccome! basta fare due promesse sulla vita di gente morta di fame e miseria ed il gioco è fatto!



AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!


MA VADANO AL DIAVOLO!



e la cosa che più mi sconcerta è che non facciamo nulla per opporci! Ma quale Rumeni! Ma quale Polacchi! Noi siamo in fondo alla lista del 3^ mondo! ed i politici e la chiesa ci giobbano sopra!




MA VADANO AL DIAVOLO! TUTTE E 2!



Se non fosse per loro l' italia sarebbe al primo posto! Quanto mi mancano i tempi di Camillo Benso conte di Cavour! all' epoca sì che eravamo i primi! se proprio dobbiamo tornare indietro, perchè non torniamo a quell' epoca?






io rimango sempre più avilito nel vedere questo paese sprofondare più nell' oblio...



io rimango qui ad sprofondare sempre di più nelle mie masturbazioni mentali, a voi la scelta di commentare o meno...




Il rugbysta Rivoluzionario.

sabato 11 ottobre 2008

La rabbia esplode...



RRRRRHAAAAAAAAAAAAAAAHRRRRRRRRHGGGGGGGGGGGGGGGGGH!!!!!!!




MA TUTTE A ME CAPITANO?




NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!




Ok, prima di andare a spaccare teste vi spiego il motivo della mia rabbia.




Oggi si doveva disputare la seconda partita di campionato, ed non sono riuscito a parteciparvi.




(come al solito) Mi convocano, e ieri mi hanno chiamato per farmi sapere che dovevo essere al campo di colleferro alle ore 15.45, orario piuttosto normale, considerato che il sabato esco da scuola alle 14.30. Fin qui tutto normale, ma la dea sfiga ha in mente per me un subdolo tranello che giuro prima o poi gli e la faccio pagare.


Comunque... esco da scuola dopo una stressate giornata di scuola e racconti horror all' ultima ora (che se volete vi racconto dopo), torno a casa, mangio, mi preparo e parto.


Durante il viaggio controllo il cell. vedendo se vi sono nuove chiamate, ma nulla.




Arrivo.




Scendo dalla macchina.




POSO la borza.




Si ACCENDE la scintilla verde nei miei occhi.




E' VUOTO.




CHIAMO.




Risponde quello che mi ha chiamato ieri, con voce divertita e strafottente.




Pronto?




Sì! Sono pronto, e VOI?




Oh, ciao Flavio, come mai NON sei venuto? ti aspettavamo...




COSA? MASE SONO QUI! DOVE DIAMINE SIETE!




Ma come, siamo arrivati, ieri ti ho detto di presentarti alle 13.45...




MA CHE !$%&£ STAI DICENDO! SONO QUI ALL' ORA CHE TU MI HAI DETTO, E NON MI HAI DETTO L' UNA E TRE QUARTI! NON ERO NEMMENO LONTANAMENTE USCITO A QUELL' ORA! TI AVREI DETTO CHE NON POTEVO VENIRE, NO? QUINDI NON VENIRMI A DIRE C****TE!




E dai, non prendertela, sarà per la prossima volta...




PROSSIMA VOLTA? PROSSIMA VOLTA!?!?!? NO, MI DISPIACE, MA PER "LA PROSSIMA VOLTA" HO DEGLI IMPEGNI MOLTO PIù URGENTI! QUINDI NON MI SCASSATE!




Ok,Ok... allora ad all...




[riattacco]




Sono furiono, ma non tanto per la partita, mas per la figuraccia che mi ha fatto fare, a me e a mia madre.


Ma è possibile che il menefreghismo nella gente sia crescuto a tal punto? è possibile che l' essere umano sia divenuto così egoista na non prestare attenzione alle cose più banali? ed è possibile che certa gente SI DIVERTI sulla dignità degli altri? Ma perché? PERCHE'? PERCHE'!?!




Molte domande mi ronzano per la mente a cui nessuna riesco a dare una risposta, mi metto le mani tra i capelli, cercando di sopprimerle, ma divengono sempre di più, sempre di più, sempre di più...




rrrrhAAAAAAAAAAAAAAAHRRRRRRRRHGGGGGGGGGGGGGGGGGH!




[Do un calcio ad una panchina, mandando le assi in mille frammenti e sbalzandola di parecchi metri]




RRHHHHHHHHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARHHHHHHH!




LA CACCA!



Tutto si calma, il bollente spirito sfrigge, mentre guardo i resti della panchina sotto lo squardo impietrito di mia madre.




torno in macchina.




torno a casa.




torno a scrivere.




Dopo questo sfogo, mi pongo ancora delle domande che non riesco a togliermi dalla testa:




come ha fatto una società con un grande valore storico a cadere così in basso?


ed è possibile che nessuno faccia nulla per fermare questo... abominio?


certo, a nessuno frega delle piccole cose come una società sportiva, ma è proprio da queste piccole cose che ci si rende conto della crescita dell ego umano, una società nel quale se resti indietro sei perso e dimenticato.


quattro anni.


Quattro stramaledetti anni io ho sputato sangue per loro, ed ora non gli e ne frega nulla? mi abbandonano come se fossi un cane?


ed ora mi sorge una domanda... Ma ne è veramente valsa la pena? insomma... quattro anni di insegnamento dei legami, del sostegno e dell' amicizia, serviti a cosa? per essere mandato a morire da solo alla prima occasione? ma ne vale ancora la pena di sputare sangue per dei menefreghisti che alla prima occasione ti pugnalano alle spalle getando la tua dignità nel cesso come se nulla fosse? non ho risposta a queste domande, ma se volete potete pure commentare, a voi la scelta.




buona notte dal Rugbysta.

R D 2 = 5

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